sabato 3 aprile 2010

Guggenheim's Contemplating the Void



Sono trascorsi cinquant' anni da quando la collezione del mecenate Salomon R. Guggenheim trovò sede nella candida spirale disegnata da Frank Lloyd Wright destinata a divenire essa stessa un'opera d'arte e uno dei simboli della cultura mondiale post-bellica.
Un contenitore che ha cambiato il modo di esporre l'arte, proclamandosi come una moderna torre di Babele in cui le culture di tutto il mondo si fondono e confondono in una profumata miscela.
Per rendere ancora una volta onore ad uno dei grandi simboli degli ultimi 50 anni, artisti e architetti di tutto il mondo si sono cimentati nel reinterpretare il famigerato atrio a spirale; proprio come una vera icona pop, il "void" viene riletto, ridisegnato e rimodellato dalle menti più creative in circolazione, assumendo le forme e i colori più audaci, rivestendo i ruoli più disparati.

E ognuno veste il sacro void seguendo i propri capricci, come Stefano Boeri, l'architetto al quale proprio non piace stare con i piedi per terra, che lascia a mezz'aria l'intradosso della spirale, come fosse un UFO, o come Anish Kapoor, l'artista ossessionato dai pigmenti rossi, che lascia irrompere nell'atrio una valanga di polvere rossa, con una potenza immaginifica assurda (rimango estasiato dalla sua proposta).


La diva dell'architettura contemporanea, Zaha Hadid, rielabora gli ipnotici cerchi concentrici estrapolandone l'essenza concettuale in due dimensioni e ridisegnandoli secondo la propria visione plastica.

Mentre il duo nord europeo Elmgreen & Dragset sceglie d'ispirarsi al filone noir, prolungando all'infinito la spirale.

Tasting the Void è invece la proposta del collettivo svizzero Group8 che usa il solido di Wright come uno stampo per budini, esponendo la loro spirale al cioccolato come un dessert d'alta cucina.

E ancora la Camera Oscura del fotografo Hiroshi Sugimoto..

..La tazzina di caffè dello studio d'architettura OSA..

..e l'enorme lampadario di cristallo di Adrian Paci.

Tutte le duecento proposte sono esposte dal 12 Febbraio di quest'anno all'interno della collezione "Contemplating The Void" al Guggenheim di New York.

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