venerdì 30 aprile 2010

martedì 27 aprile 2010

MMM



sabato 24 aprile 2010

The XX - Islands (Video)













Directed by Saam Farahmand

venerdì 23 aprile 2010

martedì 20 aprile 2010

Salone del Mobile 2010: Martin Margiela





Ormai è palese, la Maison Martin Margiela ancora una volta si rivela uno dei laboratori più interessanti del design contemporaneo. Anche quest'anno infatti, il secondo, la griffe senza logo mette in mostra al Salone del Mobile tutta la propria esperienza nello stupire per mistero, tecnica ed eleganza.
E lo fà nel modo più spartano che esista, semplicemente componendo un divano dagli elementi scordinati e celandolo sotto un telo bianco; le ispirazioni pseudo-moresche e quell'apparente disarmonia che crea disorientamento fanno sì che il prodotto diventi subito must.

La filosofia sperimentalista della maison è la stessa che l'anno scorso aveva portato alla creazione di design attraverso oggetti di fortuna, ma stavolta si è scelto di lavorare sulle linee base di una collezione di divani semplici nella loro struttura elementare, eppure enigmatici nel loro assemblaggio.

La Maison ha collaborato per l'occasione con l'atelier Cerruti Baleri, che nello stesso spazio espositivo ha presentato la proprio poltrona-letto Drop.

Stone On Stone

Stone on Stone [CLIP] from Rob Carter on Vimeo.



Il videomaker Rob Carter trasforma l'assetto modernista del convento di Sainte Marie de la Tourette, inno al bèton di Le Corbusier, attraverso linguette di carta e adesivi applicati digitalmente, rivestendo l'intera struttura fino a ricreare un'inquietante e posticcia abbazia gotica in cui è impossibile riconoscere il progetto originario.

lunedì 19 aprile 2010

Salone del Mobile 2010: My Bauhaus is Better Than Yous



Impossibile stare qui a riassumere tutte le proposte del Salone del Mobile 2010, oggi in chiusura, ma è d'obbligo almeno segnalare qualche rivelazione davvero interessante dal mondo della progettazione d'interni.
Milano ha vissuto per sei giorni in un caos di idee e caffettiere, dove ogni gusto aveva la propria sedia e la propria abatjour. Dimenticate dell'esistenza dell'Ikea e provate a fare un giro tra le cianfrusaglie esposte nelle sedi di Rho e dintorni.

Ovviamente sono i giovani designers ad'attirare gran parte dell'attenzione culturale, con una lista di improponibili oggetti a metà strada tra il naturalismo, il minimal e l'avanguardia nordica, con l'aggiunta di vari infantilismi e l'applicazione di tecniche base del non-sense, ma tutto rigorosamente declinato secondo le regole del funzionalismo estremo.

Sembra retorico parlarne, ma come non lasciarsi incuriosire dai giovani talenti provenienti dall'università tedesca di Weimar, la patria del Bauhaus, il movimento progettista che ha rivoluzionato la definizione di "design".
My Bauhaus Is Better Than Yours è il presuntuoso nome che si è dato il collettivo provenietente da Weimar, ospitato per il Fuorisalone milanese dal Wok Store.
Johannes Hein, 45 Kilo, Laura Straber e Philippe Bohm sono tra i nomi più interessanti che hanno esposto all'interno dell'open space in cui si sono fusi moda, design e lifestyle.





domenica 18 aprile 2010

sabato 17 aprile 2010

Someone Please Call 911


Talvolta l'arte può mettere in imbarazzo e creare situazioni di "misunderstooding";
e ammettiamo che forse un pò chiunque si lascierebbe impressionare da una figura umana in piedi su di uno dei tetti di Manhattan.
Ma forse è proprio sulle ansie dei cittadini della grande mela che vuole far leva la nuova installazione di Antony Gormley, decine di uomini nudi realizzati in ferro che si elevano sui tetti di New York, inermi e alquanto inquietanti.
E come era facilmente prevedibile, l'installazione inaugurata da poche settimane ha già scomodato una dozzina di volte la polizia newyorkese per presunti casi di suicidi denunciati dai passanti impressionati dalle sagome.
Avranno tempo fino al 15 Agosto i cittadini di Manhattan per abituarsi alla convivenza con il genio di Gormley, dopodichè una nuova città dovrà fare i conti con gli pseudo-suicidi dell'artista britannico.
Per cui se per caso doveste capitarvi di notare una figura umana su di un tetto, pensateci due volte prima di allarmare le forze dell'ordine. L'arte è ormai ovunque.

venerdì 16 aprile 2010

Atomic


Jacob Sutton with Gary Card (2010)// Salvador Dalì by Philippe Halsman (1948)

martedì 13 aprile 2010

Ragnatele





Lady Grey editorial on Vogue Italy March 10// Ph: Tim Walker// Styling by Jacob K.

The Avantgarder


Marianne Brandt - Untitled (1929)// Romain Kremer SS 09 shot by Pierre Debusschere (2009)

Non ho spiccioli


Lo seguo ormai da qualche anno, e fino ad ora questa è la cosa più assurda che abbia fatto, Damien Hirst ha lasciato uno schizzo rappresentativo della sua poetica d'artista della medicina pop come mancia ad un tassista londinese...5000 sterline potrebbe fruttare lo scarabocchio che il 21 Aprile sarà messo all'asta da Dreweatts & Bloomsbury.
E qualcuno disse che il fenomeno Hirst era al tramonto.

sabato 10 aprile 2010

Alla Fiera dell'Est: Il Peggio




Pensate ci sia un limite al pudore architettonico?
Provate a fare un rapido giro tra quelli che saranno i padiglioni espositivi per l'imminente Expo di Shangai, che aprirà i battenti dal primo Maggio, per avere qualche seria risposta.
Sarebbe un errore pensare all'Expo come ad una fiera country con tendoni a strisce e crostate messe a raffreddare su banconi, ci troviamo di fronte alla più grande celebrazione del potere imprenditoriale in scala mondiale e nessuno davvero ha intenzione di passare inosservato. Per questa innocua sete di visibilità gli architetti più cari ai ceti borghesi hanno progettato veri e propri mausolei dal gusto circense, carrozzoni inquietanti dalle improponibili cromie.
Un omaggio al kitsch più arrogante, in un periodo di minimalismo snob una sana ventana di barocco, un pugno nell'occhio ben assestato.

"Better Life in Better City" sarà il tema dell'Expo e ognuno, ahimè, ha cercato di interpretarlo come meglio ha potuto, a partire dalla cara Olanda, patria della più avanzata architettura contemporanea, di Van Gogh e Rem Koolhas.

Il loro padiglione sarà costituito a quanto pare da una sorta di spirale cittadina composta da modelli di abitazioni più o meno caratteristiche della terra dei tulipani.

Ma la strabiliante particolarità, come si evince dal plastico presentato, sarà questa sorta di..girasole, sì credo un girasole, attorno al quale ruoterà la spirale e che avrà tutta l'aria di un puerile rifugio di gnomi e fate.
Il tutto sarà graziosamente arricchito con ombrellini da cocktail ed una gioviale illuminazione che rende il tutto molto simile ad una Las Vegas but more cheap.
Di sicuro fascino.

Un'altra oasi felice del gusto contemporaneo che ha deciso di compromettere la propria reputazione è la Svizzera che, con tanto orgoglio nazionalista mai mostrato prima, si fà spazio tra la folla con una riproduzione architettonica dei propri geografici confini.

Il padiglione sarà arricchito in facciata da una fitta maglia metallica, mentre all'interno una seggiovia in perfetto stile alpino condurrà gli spettatori sul tetto dell'edificio, un prato che avrà la presunzione di far sentire i visitatori come su di una verde distesa svizzera.
Molto convincente.

Ludico e sognatore, il padiglione messicano è costituito da una distesa di aquiloni coloratissimi ed evocatori di infantili rigurgiti.


Un'installazione che tocca le corde più profonde della nostra sensibilità, se non fosse che questi aquiloni in realtà sono davvero poco leggiadri e sinuosi. Alti una decina di metri, sorretti da rigide travi d'acciaio che poco ricordano gli invisibili fili di nylon, queste creature saranno costituite da una pesante ossatura che dovrà assicurare la loro statica impassibilità di fronte alle condizioni atmosferiche, insomma il contrario di ciò che un aquilone rappresenta; e sono sicuro che agirarsi in questa foresta di bestie quadrangolari dai colori spenti sarà davvero poco emozionante.


C'è, d'altra parte, una sorta di gusto macabro nel rendersi esponenzialmente ridicoli tra la popolazione del Macao (non chiedetemi cosa o dove sia).
Se insomma si erano stancati di essere pressocchè sconosciuti, i nativi di questo enigmatico territorio hanno deciso di salire finalmente alla ribalta con uno dei progetto più chiacchierati che la storia delle esposizioni mondiali ricordi.

Eccolo in tutta la sua fierezza, il mastodontico coniglio che nelle proprie interiora ospiterà tutta la migliore produzione del Macao.
Austero, squamato e dagli occhi vispi, il roditore gigante è addirittura dotato di graziose zampe rappresentate come abnormi ruote cargo.
Un cavallo di Troia dell'era contemporanea, molto meno autorevole, molto più imbarazzante.
Adorabile.

Il fascino della corsa al protagonismo non è qualcosa di puramente provinciale, ma su di un palcoscenico del genere anche le più alte manifestazioni di rappresentanza hanno quel gusto dell'ostentazione ad ogni costo.
Ognuno di noi ha un sogno nel cassetto: essere più in vista del vicino.

Alexander McQueen by L'Officiel

mercoledì 7 aprile 2010

I'm Here..let's drink!



Cosa può essere più delizioso di una storia d'amore interpretata da robot e sponsorizzata dai produttori della vodka più bevuta dai minorenni di tutto il mondo!?
In fondo già le sigarette e il petrolio ci hanno insegnato ad essere uomini migliori, ora tocca all'industria etilica mostrarci quanto contino i sentimenti nelle nostre vite.
Qualcuno già parla di rivincita dei cattivi, ma se Spike Jonze si schiera dalla loro parte ho più di una buona ragione per farmi influenzare.

Godiamo allora di sì fatta grazia, e preghiamo per quegli onesti ubriaconi svedesi che ancora una volta ci permettono di commuoverci alla visione di una love story così anni 90.

clicca sull'immagine per vedere I'm Here.

sabato 3 aprile 2010

Guggenheim's Contemplating the Void



Sono trascorsi cinquant' anni da quando la collezione del mecenate Salomon R. Guggenheim trovò sede nella candida spirale disegnata da Frank Lloyd Wright destinata a divenire essa stessa un'opera d'arte e uno dei simboli della cultura mondiale post-bellica.
Un contenitore che ha cambiato il modo di esporre l'arte, proclamandosi come una moderna torre di Babele in cui le culture di tutto il mondo si fondono e confondono in una profumata miscela.
Per rendere ancora una volta onore ad uno dei grandi simboli degli ultimi 50 anni, artisti e architetti di tutto il mondo si sono cimentati nel reinterpretare il famigerato atrio a spirale; proprio come una vera icona pop, il "void" viene riletto, ridisegnato e rimodellato dalle menti più creative in circolazione, assumendo le forme e i colori più audaci, rivestendo i ruoli più disparati.

E ognuno veste il sacro void seguendo i propri capricci, come Stefano Boeri, l'architetto al quale proprio non piace stare con i piedi per terra, che lascia a mezz'aria l'intradosso della spirale, come fosse un UFO, o come Anish Kapoor, l'artista ossessionato dai pigmenti rossi, che lascia irrompere nell'atrio una valanga di polvere rossa, con una potenza immaginifica assurda (rimango estasiato dalla sua proposta).


La diva dell'architettura contemporanea, Zaha Hadid, rielabora gli ipnotici cerchi concentrici estrapolandone l'essenza concettuale in due dimensioni e ridisegnandoli secondo la propria visione plastica.

Mentre il duo nord europeo Elmgreen & Dragset sceglie d'ispirarsi al filone noir, prolungando all'infinito la spirale.

Tasting the Void è invece la proposta del collettivo svizzero Group8 che usa il solido di Wright come uno stampo per budini, esponendo la loro spirale al cioccolato come un dessert d'alta cucina.

E ancora la Camera Oscura del fotografo Hiroshi Sugimoto..

..La tazzina di caffè dello studio d'architettura OSA..

..e l'enorme lampadario di cristallo di Adrian Paci.

Tutte le duecento proposte sono esposte dal 12 Febbraio di quest'anno all'interno della collezione "Contemplating The Void" al Guggenheim di New York.